Autobiografia
Sono nato e cresciuto a Napoli, una città che vibra di storia e di arte, ma anche di contraddizioni secolari. Le strade, piene di vita e di caos, sembravano soffocare qualsiasi tentativo di far emergere capacità artistiche fuori dal comune. Eppure, fin da piccolo, mentre osservavo l’azzurro del cielo o le ombre vibranti nei vicoli la sera, sentivo una voce interiore. Una voce che mi diceva che le mie mani potevano creare qualcosa di straordinario. Allora non ne ero ancora consapevole ma stavo intercettando vibrazioni che provenivano da altre dimensioni, quelle dimensioni in cui l’arte è protagonista e che diventa un dono da usare con consapevolezza e responsabilità. Ne divenni consapevole nei primi anni di scuola.
Il mio viaggio artistico iniziò con il disegno spontaneo. Ricordo ancora la mia meraviglia nel distinguere le forme degli oggetti e riuscire a riprodurle fedelmente su un foglio bianco. Poi, scoprii il chiaroscuro, la magia della luce che modellava gli oggetti e li arricchiva di una terza dimensione. Era un’illusione che portavo nei miei disegni bidimensionali, ma mancava ancora qualcosa: il colore. Fu un giorno in prima media, quando un parente mi regalò una confezione di colori a olio, che il mio mondo cambiò. Ero affascinato dalle infinite possibilità espressive che questi colori mi offrivano, mi sentivo come un aspirante mago con la sua nuova bacchetta magica.
Le mie influenze artistiche sono variegate e spaziano dai maestri del Rinascimento agli impressionisti. Ammiro profondamente i capolavori di Raffaello, Tiziano, Caravaggio, Leonardo, ma anche quelli di Van Gogh, Cézanne e Gauguin. Da giovane, passavo ore a copiare le loro opere, non solo per ammirazione, ma anche per affinare la mia tecnica. Alcune di queste copie sono ora parte di collezioni private, un segno tangibile del mio legame con la storia dell’arte.
La Pinacoteca di Capodimonte ha avuto un ruolo cruciale nella mia formazione. Frequentare questo museo, uno dei più importanti d’Italia, mi permetteva di osservare da vicino i capolavori dei grandi maestri. Ogni visita era come un’infusione di energia creativa. Uscivo dal museo elettrizzato, con una voglia irrefrenabile di dipingere, e vedevo il mondo attraverso una lente artistica, dove forme, luci e colori reali si trasformavano nella mia mente in potenziali opere d’arte.
L’umiltà è stata una lezione fondamentale nel mio cammino. Ho imparato che l’arte richiede un apprendimento continuo e che bisogna valorizzare gli errori come parte della crescita. Questa filosofia mi ha insegnato a migliorarmi costantemente, richiamando l’etica umanistica che pone l’uomo al centro del proprio sviluppo.
Per me, l’arte è un mezzo per esprimere valori sia personali che universali. Non mi preoccupo di cosa voglio condividere con il mondo; mi concentro sul creare qualcosa che piaccia prima di tutto a me stesso. Se la mia creazione riesce a emozionare anche gli altri, tanto meglio.
L’ispirazione, a mio avviso, è un bisogno innato di comunicare e di esprimersi, ma richiede solide basi tecniche per manifestarsi. L’idea, il concetto e la tecnica devono convergere per creare un’opera che sia esteticamente piacevole e comunicativa. Il processo creativo è per me un viaggio affascinante, che inizia con il mistero della creazione dal nulla e culmina nella gratificazione estetica del lavoro compiuto.
Sono sempre stato incline alla sperimentazione di diverse tecniche pittoriche. Questa apertura mentale è stata fondamentale per la mia evoluzione artistica. L’arte è uno strumento di interpretazione della realtà e di arricchimento personale, capace di offrire prospettive nuove e stimolanti.
Nella mia produzione, mi concentro principalmente sui ritratti. Attraverso i volti che dipingo, racconto storie e trasmetto emozioni autentiche. Non mi interessa seguire i canoni estetici tradizionali; preferisco rappresentare volti veri, che raccontano storie e visualizzano intense emozioni vissute. La mia idea di bellezza è la rappresentazione del vero, anche se questo appare “normale” o “brutto” secondo i canoni correnti di una società che valorizza l’apparenza.
Nel corso della mia vita, ho esplorato molte tecniche di disegno e pittura, ma la pittura a olio rimane quella che offre maggiori possibilità espressive. Tuttavia, credo che si possa fare arte con qualsiasi cosa, anche con un semplice rametto carbonizzato. L’importante è la capacità di modificare e differenziare una superficie per raccontare la realtà attraverso segni.
Sono convinto dell’importanza di trasmettere la conoscenza artistica alle nuove generazioni. Per i giovani, l’arte è fondamentale per interpretare la realtà e i processi storici in cui viviamo. Inoltre, l’arte è un arricchimento per la mente e per la consapevolezza del mondo.
In sintesi, la mia vita e la mia arte sono intrinsecamente legate. Ogni opera che realizzo è un riflesso della mia storia, dei miei ricordi e delle mie esperienze. La bellezza, per me, risiede nella rappresentazione del vero, e attraverso i miei quadri cerco di catturare l’essenza della realtà e delle emozioni umane.