PoesieViaggio

Viaggio

Viaggio

E’ il momento di strisciare e scivolare
nella fanghiglia delle strade
tra vermi che danzano senza musica
E’ un sole quello che a forza
si fa strada tra teste scure
che pur ridono beffarde
sapendo di dissolversi
nella sua giovanile irruenza.

Nella polvere che offusca gli occhi
Le bestemmie sono pane
Per chi ha fame vomitate addosso ai cristiani
dalle orecchie turate e aggrappati
alla nera veste del corpulento
pancia e bocca la cui bava schizza
pietrificando gli idioti bercianti pace.

Scappo impaurito nei vicoli immobili e neri,
gracidano le case, implorano,
come mani callose protese al cielo,
il sacro premio per l’ottuso mutismo.
Ma l’urlo è soffocato nelle gole delle finestre
che ora, minacciose, sputano su di me la rabbia dei secoli.
pietrificato, come un albero,
tendo le braccia nodose all’oscuro appiglio.

L’uccello ferroso scorazza libero lo spazio inquinato,
mi abbandona senza gambe sulla torre bianca e silenziosa
dove l’uomo in camice mi dona trampoli,
occhiali speciali e un cappello nuovo, fresco, brillante d’idee,
ma il vento beffardo dell’atomica lo trascina via
nel suo mondo di luce artificiale.
Sulla torre non c’è scala, scappo aggrappato alla liscia e linda parete,
le unghie lasciano lunghi solchi di sangue
e non tutto mi appartiene.

Nella piazza larve si affollano tumultuose,
le teste, bocche, masticano aria
e scandiscono il metallico ritmo ossessionante
delle mascelle, ecco, il silenzio, pochi istanti e
l’onnipotente sceso sul palco erutta lapilli e lava,
sterco e urina, ora la massa è sazia e danza frenetica..
Coinvolto dai tentacoli invadenti e attaccaticci,
sgambetto goffo nella confusione dei suoni,
ma cado o sono spinto nel tombino aperto,
aggrappato ai bordi della speranza,
gli occhi inumiditi di terrore,
vedo le mani protese ad aiutarmi,
sopra, come frutti maturi, fauci spalancate,
sotto nel buio e nel fetore qualcosa si muove,
lascio la presa.

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